CONTRO FILOSOFIA DELL'AMICIZIA - VIVERE RICONOSCERE E MANTENERE UN LEGAME SPECIALE

9788807091711

CONTRO FILOSOFIA DELL'AMICIZIA - VIVERE RICONOSCERE E MANTENERE UN LEGAME SPECIALE

16,00 €
Attualmente non disponibile
Normalmente procurabile in 5 giorni lavorativi
Quantità

Ean 9788807091711
TitoloCONTRO FILOSOFIA DELL'AMICIZIA - VIVERE RICONOSCERE E MANTENERE UN LEGAME SPECIALE
AutoreTASSINARI SIMONETTA
EditoreFELTRINELLI
CollanaURRA
Data pubblicazione20/09/2022
Si dice che Talete, per osservare il cielo, cadde in una buca perché aveva perso di vista la terra su cui posava i piedi. Lo facciamo un po' tutti quando, in fatto di amicizia, abbiamo in mente l'amico ideale - presente, divertente, comprensivo, premuroso - e paragoniamo i nostri amici in carne e ossa a questa specie di mito, perdendo il polso della nostra (e loro) umanità. I primi a costruire questo 'mito' furono i filosofi antichi, da Aristotele a Cicerone, da Seneca a Marco Aurelio, per i quali l'amicizia è un sentimento elitario e virtuoso, superiore a ogni altro legame. Oggi, però, l'amicizia si declina in forme e contesti molto diversi dal passato - non da ultimo quelli digitali -, e guardare così alto porta a riflettere in questa immagine, illusoria e un po' anacronistica, i nostri desideri, e a incorporarli nelle persone che incontriamo, esponendoci (ed esponendole) a cocenti delusioni. Peggio: l'idealizzazione dell'amico confonde quali siano i valori non negoziabili che ci devono unire. Gli amici 'perfetti' non esistono, ma la certezza che i nostri amici, esattamente come noi, non sfuggano dall'accumulare difetti, più o meno nella stessa misura in cui accumulano pregi, non significa rinunciare a vivere autenticamente l'amicizia. Al contrario, proprio ripulendo il nostro parabrezza dalle facili illusioni dell'amico perfetto, riusciremo a vivere l'amicizia profonda e ad apprezzarla come la più salda e duratura forma di essere uomini tra gli uomini, arrivando nel contempo a dare il benservito, senza rimorsi né alibi, agli amici che non sono degni di portare questo nome, sbiadite - e talvolta addirittura pericolose - imitazioni degli amici 'veri'.