VELAZQUEZ - UN SEGNO GRANDIOSO

9788857252469

VELAZQUEZ - UN SEGNO GRANDIOSO

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Ean 9788857252469
TitoloVELAZQUEZ - UN SEGNO GRANDIOSO
AutoreAA.VV. DENUNZIO A. E. (CUR.) PORZIO G
EditoreSKIRA
CollanaARTE ANTICA
Data pubblicazione10/05/2024
Questo nuovo capitolo della serie 'L'Ospite illustre' è dedicato a due straordinari dipinti realizzati da Diego Velázquez (1559-1660) per il monastero dei Carmelitani Calzati di Siviglia: San Giovanni Evangelista sull'isola di Patmos e l'Immacolata Concezione. Eseguiti intorno al 1618, i dipinti rappresentano due interessanti opere giovanili di Velázquez (tra i suoi primi lavori conosciuti), eseguiti dal pittore sivigliano a circa vent'anni. Entrambe le opere sono dipinte con la tipica vocazione di Velázquez al naturalismo, presumibilmente da modelli dal vivo. L'umanità osservata da vicino di entrambe le figure, evidente a prima vista, non poteva che aumentare l'utilità devozionale dei dipinti per i carmelitani che li contemplavano. I dipinti rimasero nel monastero almeno fino al 1800. Successivamente acquistati da Manuel López Cepero, decano della cattedrale di Siviglia, e dal diplomatico britannico Bartholomew Frere, rimasero nella collezione della famiglia Frere per quasi due secoli prima di essere acquisiti rispettivamente nel 1956 e nel 1974 dalla National Gallery, dove insieme esemplificano la precoce abilità pittorica del giovane Velázquez. In queste due opere Velázquez unì il suo talento nel cogliere il naturale in pittura con il suo apprezzamento per gli esempi di pittura caravaggesca italiana che ebbe modo di vedere a Siviglia. La sua Inmaculada, bella e austera, rischiarata da una luce al tempo stesso naturale e soprannaturale, è all'origine di un nuovo modo di dipingere questo soggetto, che in Spagna divenne immensamente importante e influente. Partendo da queste due opere appartenenti alla prima produzione sivigliana di Velázquez, il volume - pubblicato in occasione dell'esposizione alle Gallerie d'Italia - ripercorre gli echi del naturalismo caravaggesco nella città andalusa (mediati anche dal rapporto dell'aristocrazia locale con Napoli), documentando i soggiorni del pittore nella capitale del Viceregno, che vantava una tra le più importanti scuole d'arte spagnola dell'epoca.