MATTO COME UN CAVALLO - CAVALLO E CAVALIERE NELL'OPERA DI MARINO MARINI - EDIZ. ILLUSTRATA

9788870385564

MATTO COME UN CAVALLO - CAVALLO E CAVALIERE NELL'OPERA DI MARINO MARINI - EDIZ. ILLUSTRATA

20,00 €
17,00 € Risparmia 15%
-15%
Attualmente non disponibile
Normalmente procurabile in 5 giorni lavorativi
Quantità

Ean 9788870385564
TitoloMATTO COME UN CAVALLO - CAVALLO E CAVALIERE NELL'OPERA DI MARINO MARINI - EDIZ. ILLUSTRATA
AutoreANDREOLI VITTORINO
EditoreCENTRO DI
Data pubblicazione02/12/2019
Della produzione scultorea di Marino Marini la serie dei Cavalli e Cavalieri è per Vittorino Andreoli la sola che affascini la sua mente di psichiatra. L'autore compie dunque un affondo sul tema del cavallo e del cavaliere, da considerare come un insieme che diventa nell'opera di Marini un topos, la rappresentazione del rapporto tra l'uomo e il mondo. In questo studio, Andreoli segue le vicende biografiche di Marino Marini avvalendosi della letteratura critica e degli scritti dell'artista, ricava dalla propria memoria le immagini di cavalli - romanzesche, artistiche, bibliche e persino familiari - che hanno attraversato la sua vita e la storia, per preparare lo sguardo a soffermarsi su come la coppia cavallo-cavaliere subisca una metamorfosi nell'arte di Marini: da forma nello spazio che unisce linee verticali (l'uomo) e orizzontali (l'animale) in un'architettura statica di calmi equilibri, l'insieme, nelle opere degli anni cinquanta, risulta ribaltato e viene rovesciato il ruolo di dominio del cavaliere sul cavallo, fino a invertire l'orientamento degli elementi e a rendere tragiche e indistinguibili le forme dell'uno e dell'altro. Lo psichiatra segue quindi le variazioni di questa geometria delle relazioni umane, proponendo di approfondirne la comprensione attraverso i disegni di Elena Bombardelli che traducono in linee essenziali le sculture di Marini. L'analisi si conclude con una riflessione su Marino Marini come scultore tragico: i toni apocalittici che l'artista stesso usava per descrivere le sue statue di cavalieri, sempre meno abili domatori di cavalli tornati a essere selvaggi, inducono a percepire una rottura tra l'uomo e il mondo, l'immagine triste e drammatica della società del Novecento che bene rappresenta anche il tempo presente.