PUPI AVATI - SOGNI INCUBI VISIONI di MAIOLI ANDREA

9788899196707

PUPI AVATI - SOGNI INCUBI VISIONI di MAIOLI ANDREA

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Ean 9788899196707
TitoloPUPI AVATI - SOGNI INCUBI VISIONI
AutoreMAIOLI ANDREA
EditoreEDIZIONI CINETECA DI BOLOGNA
CollanaIL CINEMA RITROVATO
Data pubblicazione24/07/2019
Cinquant'anni di cinema e un nuovo film, 'Il Signor Diavolo', che nel 2019 riconduce Pupi Avati alle sue leggendarie origini gotiche e horror. Regista tra i più personali e di più longeva creatività nella storia del cinema italiano, Avati insieme al fratello Antonio e alla loro factory ha offerto un esempio unico, nel panorama nazionale, di indipendenza produttiva saldamente mantenuta negli anni. Gli esordi eroici e dannati di 'Balsamus e Thomas', in una Bologna anni Sessanta che per un attimo si crede Hollywood sul Reno. Il rapporto con la città, che s'interrompe di colpo per non interrompersi mai, nutrito di distanza, ricordi e fantasie. La genesi del cult 'La casa dalle finestre che ridono', che nel tempo farà di Avati un punto di riferimento dell'horror internazionale. L'amorosa e crudele esplorazione della memoria personale e antropologica, che s'accende magicamente in un piccolo capolavoro come 'Una gita scolastica' e prosegue fino ai risultati più alti della maturità, 'll papà di Giovanna' e 'La seconda notte di nozze'. La Storia rievocata con profondità visionaria in 'Magnificat'. II tempo presente e subito passato di 'Impiegati', di 'Regalo di Natale' e della sua 'Rivincita'. I titoli sconosciuti al grande pubblico, da riscoprire. E ancora il rapporto con la musica, prima vocazione e primo disincanto, che non abbandona mai il cinema di Avati, dall'epocale successo della serie televisiva 'Jazz Band' ai film sulle figure seminali di 'Bix' e del giovane Mozart di 'Noi tre'... Strutturato in ampi capitoli tematici, che ci accompagnano in andate e ritorni nel tempo avatiano, il libro si chiude con l'analisi del lavoro televisivo, delle sceneggiature scritte per altri registi e dei progetti non (o non ancora) realizzati. Ogni capitolo è introdotto da uno scritto inedito di Pupi Avati.