'Quando Bryan Adams arrivò all'assolo di chitarra, il continuum spazio-temporale mi baciò e io capii perché aveva indossato quella maglietta del centro antiveleni la prima volta che ci eravamo incontrati e anche come ci si sente a essere una balena che è anche un fiore, che fluttua dentro un mare disperato.' L'importante non è tanto il traguardo, quanto il viaggio, e questo vale in special modo per le relazioni. Ma cosa accadrebbe se una donna finisse per intrecciare la propria esistenza, sequenziale e progressiva, con l'incarnazione del continuum spazio-temporale? Catherynne M. Valente ci accompagna nel racconto tenero e appassionante di una relazione dal montaggio frammentato, in una danza tra presente, passato e futuro dove nessuno di questi marcatori temporali può avere il benché minimo senso. Gli interrogativi al centro di una storia d'amore, in fondo, sono sempre gli stessi e tutti basati sull'impossibilità di sapere come andrà a finire, ma il continuum spazio-temporale sa bene come andrà a finire. O forse no. Del resto, il continuum spazio-temporale è un disastro.