Il romanzo è ambientato nel 1918 a Fagarè di San Biagio di Callalta, vicino al Piave che, a quel tempo, separava l’esercito italiano da quello austro-ungarico. Gli attori del romanzo sono gli uomini, soprattutto quelli che ubbidiscono: gli umili, i semplici che abitano vite minime, sconosciute alla Storia, e così il romanzo esplora l’animo, i sentimenti e i segreti della povera gente. Il protagonista è un cappellano militare, don Felice - nato a Voltabrusegana, a due passi dal Bacchiglione, alle porte di Padova - inviato al fronte per “far ritornare negli animi dei soldati la coscienza del proprio dovere”, un giudizio terribile perché dava ai soldati la responsabilità di Caporetto: la verità si capisce sempre dopo. La guerra è un dramma che colpisce le vite, le cose e le regole i sentimenti e la ragione, insomma ci trasforma. Anche don Felice deve fare i conti con la guerra: il seminario trasforma l’uomo in sacerdote, ma la trincea, può farlo ritornare solo un uomo?