ATLANTE DELLE CRISI MONDIALI di ROMANO SERGIO

9788817112482

ATLANTE DELLE CRISI MONDIALI di ROMANO SERGIO

14,00 €
11,90 € Risparmia 15%
-15%
Contatta la libreria Libro fuori catalogo
Ean 9788817112482
TitoloATLANTE DELLE CRISI MONDIALI
AutoreROMANO SERGIO
EditoreRIZZOLI
CollanaBUR SAGGI
Data pubblicazione19/03/2019
La guerra siriana, la divisione tra sunniti e sciiti e il terrorismo alimentato dall'Islam radicale, l'annosa questione di Israele e della Palestina, la minaccia nucleare della Corea del Nord e la lezione della Baia dei Porci, i rapporti tra Stati Uniti e Cina, la nuova presidenza americana, il difficile cammino dell'Europa verso l'integrazione, i nuovi populismi e le migrazioni innescate dalle guerre e dalle rivoluzioni in Medio Oriente e Nordafrica, l'attivismo imperiale della Russia di Putin: sono le coordinate principali della complessa 'mappa del disordine mondiale' che Sergio Romano disegna nelle pagine di questo libro. 'Ogni crisi internazionale ha la sua logica e la sua razionalità o, se preferite, la sua assurdità' scrive in apertura alla prefazione, e, con l'acutezza di osservazione a cui ci ha abituato nei suoi articoli, saggi e libri, ci guida alla scoperta dei 'fattori che contribuiscono a rendere la società internazionale sempre più litigiosa e insicura'. È una lettura del presente - alla luce del passato e aperta sul futuro - non condizionata dalle ideologie, che permette di interpretare la Storia al di là dei luoghi comuni e di ogni vulgata, e ricca dell'esperienza diretta di chi ha vissuto in prima persona, da diplomatico, molti importanti eventi internazionali. Non a caso, l''Atlante delle crisi mondiali' si conclude con una pagina di ricordi, in cui Romano spiega com'è diventato un 'patriota europeo'. La sua è un'Europa che, come aveva indicato de Gaulle, non deve includere per forza gli Stati Uniti e la Gran Bretagna: 'La politica di coloro che hanno veramente a cuore l'unità dell'Europa dovrebbe essere simile a quella dei Paesi che negli anni della Guerra fredda scelsero per se stessi il 'non impegno'. Potremo allora fare della Russia il nostro principale partner economico e parlare di una Europa 'dall'Atlantico agli Urali''.