RACCOLTO DI DOLORE - COLLETTIVIZZAZIONE SOVIETICA E CARESTIA TERRORISTICA

9788817178921

RACCOLTO DI DOLORE - COLLETTIVIZZAZIONE SOVIETICA E CARESTIA TERRORISTICA

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Ean 9788817178921
TitoloRACCOLTO DI DOLORE - COLLETTIVIZZAZIONE SOVIETICA E CARESTIA TERRORISTICA
AutoreCONQUEST ROBERT
EditoreRIZZOLI
CollanaLA GRANDE STORIA
Data pubblicazione14/03/2023
'Quando Conquest cominciò le ricerche per il libro alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, molta documentazione oggi conosciuta non era accessibile, eppure egli comprese il nesso tra la questione contadina e quella nazionale' (dalla prefazione di Marco Clementi). Pubblicato per la prima volta nel 1986, 'Raccolto di dolore' è stato il primo libro a parlare in maniera esplicita di grande carestia organizzata, rompendo così la congiura del silenzio e costringendo il mondo accademico e l'opinione pubblica in generale a fare i conti con il più colossale e impressionante occultamento della storia contemporanea. Su incarico dell'Università di Harvard, Conquest realizza il primo, e per molti anni unico, completo resoconto storico di una delle più drammatiche e devastanti serie di eventi del mondo moderno: l'atroce moria per fame che tra il 1932 e il 1933 uccise in Ucraina milioni di persone. Dopo la sua pubblicazione, il libro è stato criticato in più occasioni dai filosovietici che lo liquidarono come 'menzogna controrivoluzionaria' e bollandolo come utile solo a 'servire i bisogni politici dell'anticomunismo' ma è davvero raro, ormai, trovare qualcuno in grado di individuare una seria giustificazione all'operazione di sterminio deliberato voluta da Stalin, o di affermare che il regime che ha perpetrato tale rovina sia stato qualcosa di diverso da un disastro intellettuale, morale, demografico ed economico. E oggi che l'invasione russa dell'Ucraina rimette in discussione l'indipendenza nazionale, questo libro di ricerca, che è anche una storia appassionata, riconferma più che mai il proprio valore. 'Il primo e definitivo racconto della carestia genocida di Stalin contro l'Ucraina.' (dalla postfazione di Federigo Argentieri)