È in corso una potente operazione culturale che mira a riscrivere il corso della storia per lacerare il tessuto connettivo della democrazia italiana, delegittimando la Resistenza. La narrazione anti-antifascista che oggi va per la maggiore si dispiega attraverso direttrici ben definite e facilmente riconoscibili: la riabilitazione del fascismo, soprattutto in riferimento ai temi del welfare e dell'identità nazionale, la denigrazione della Resistenza ('inquinata' dalla componente comunista e svalutata nella logica - distorcente - dell'equiparazione tra crimini) e un certo unilateralismo nella rievocazione della tragedia delle foibe, solo per citarne alcune. In ragione della pervasività di questa narrazione è quantomai necessario, quindi, (ri)portare con forza all'attenzione dell'opinione pubblica - ed è l'obiettivo di questo saggio - i suoi caratteri più inquietanti: dalla soppressione delle libertà fondamentali al varo delle leggi antisemite, passando per l'impiego massivo dei gas in Etiopia e per l'affiancamento dei golpisti in Spagna caratteri che definiscono, inevitabilmente e senza possibilità di compromesso, la natura disumanizzante, totalitaria e criminogena del regime.