QUANDO IL FASCISMO DETTAVA LA DIETA - LA PROPAGANDA A TAVOLA TRA SOVRANITA' ALIMENTARE E AUTARCHIA

9791259793058

QUANDO IL FASCISMO DETTAVA LA DIETA - LA PROPAGANDA A TAVOLA TRA SOVRANITA' ALIMENTARE E AUTARCHIA

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Ean 9791259793058
TitoloQUANDO IL FASCISMO DETTAVA LA DIETA - LA PROPAGANDA A TAVOLA TRA SOVRANITA' ALIMENTARE E AUTARCHIA
AutoreLAFORGIA ENZO R.
EditorePEOPLE
CollanaSTORIE
Data pubblicazione prevista28/03/2025
Sempre più spesso sentiamo parlare di 'sovranità alimentare' e veniamo invitati a consumare solo prodotti nazionali. Temi che inevitabilmente rievocano un certo passato, durante il quale, con le stesse formule, fu mobilitata la società italiana. Nel 1935, infatti, dopo l'invasione dell'Etiopia e le sanzioni da parte della Società delle Nazioni, il fascismo trasformò le cucine italiane in trincee, contro un presunto 'assedio economico'. Già i futuristi avevano tentato, con scarso successo, di rivoluzionare la gastronomia italiana, mettendo al bando la pastasciutta. Il regime, dal canto suo, provò a delineare una vera e propria cucina 'antisanzionista', fatta di riso, polenta, polli, conigli, karkadè e piatti dal sapore patriottico (come la trota salmonata alla Badoglio, il polpettone Macallè o il dolce alla Graziani). Una sorta di preludio alla cucina di guerra fondata sul niente, alla quale tutti dovettero forzatamente adattarsi a partire dagli anni Quaranta.