Ci sono uomini che, senza clamore, diventano parte del paesaggio. Come alberi antichi. Mario Scudelìn era uno di questi. Boscaiolo, malgaro, primo gestore del rifugio Bruno Bòz, nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, ha vissuto la montagna con rispetto e dedizione. Queste pagine raccolgono voci e memorie che, come ruscelli, confluiscono in un ritratto corale. Non una biografia tradizionale, ma una narrazione affettuosa. Un viaggio tra memorie e paesaggi reali e interiori, un atto d’amore verso un uomo e la sua Val Canzói. Un invito a riscoprire il valore delle radici, della semplicità, dell’autenticità.